È disponibile il libro “Repressione e lotta di classe in Umbria”
È il 29 gennaio 1978 quando una potente carica di esplosivo viene fatta detonare all’interno del nuovo supercarcere in costruzione alla periferia di Spoleto: i danni ammontano a circa due miliardi di lire. “Le otto cariche di plastico – scrivono i giornali – hanno sventrato una palazzina destinata alla sezione femminile del penitenziario, hanno distrutto una gigantesca gru e un’altra palazzina dei sevizi”. Si tratta del punto più alto raggiunto in tre anni di duro conflitto sociale nella cittadina umbra. Tra 1976 e il 1979 si registrano incendi alle sedi dell’MSI, molotov contro il municipio, scontri di piazza e istituti tecnici dati alle fiamme. Tante le azioni contro il carcere: come la bomba esplosa fuori dal vecchio istituto di pena nella Rocca o la gru data alle fiamme nel cantiere della nuova casa di reclusione, pochi mesi prima del grande attentato dinamitardo.