Recensione a “Neapolis 2125” (da “Blow Up”, aprile 2021)

Gennaro “Shamano” Cozzolino
Neapolis 2125
Edizioni Monte Bove, 2020.
247 pp., 10 euro.

Dopo l’esordio autobiografico di “L’asfalto sulla pelle” dedicato alla propria accidentata vita di strada, Gennaro Cozzolino, meglio noto come ‘o Shamano, cambia completamente registro immergendosi in un visionario steampunk ambientato, come da titolo, in una Napoli del secolo venturo. L’autore giura di aver progettato e scritto il libro in tempi precedenti l’avvento del virus pipistrellato e della conseguente reclusione: ne va ammirato di conseguenza lo sguardo lungo che rasenta la preveggenza.

Dopo un’epidemia dai contorni poco chiari la sovrappopolata umanità è stata sottoposta a una sorta di desensorializzazione di massa nella quale il contatto fisico è virtualmente abolito e le relazioni avvengono esclusivamente a distanza; non è che non si possa proprio uscire, ma è meglio stare a casa, di fatto la gente non si muove quasi più dal proprio appartamento e chi si azzarda è sottoposto a un asfissiante controllo da parte delle forze dell’ordine. Ma in un tale lugubre panorama qualcuno trova la forza di opporsi. Con una classica trama del filone “ribelli contro il Potere, poco attrezzati ma con risorse inaspettate”, di lettura scorrevolissima e linguaggio poco limato (usuale nella scrittura di Cozzolino), il richiamo al mondo dei fumetti è immediato e forse sarebbe opportuno non limitarsi a poche tavole ma svilupparne una sceneggiatura e un disegno dedicata esclusivamente allo scopo. Gli appassionati di cyberpunk lo leggeranno di un fiato, ma trasformato in fumetto potrebbe aprire all’autore orizzonti ben più ampi.

Giuseppe Aiello