Segnaliamo questa presenza solidale davanti al tribunale di Perugia il 18 aprile in solidarietà con il compagno di Spoleto per cui è stata richiesta la sorveglianza speciale:
Contro la sorveglianza speciale e il 41 bis: perseveriamo nelle nostre convinzioni (Perugia, 18.04.2023)
CONTRO LA SORVEGLIANZA SPECIALE E IL 41 BIS: PERSEVERIAMO NELLE NOSTRE CONVINZIONI
Il 6 aprile è stata notificata una richiesta di sorveglianza speciale per un anarchico di Spoleto. Il pubblico ministero Manuela Comodi richiede la disposizione della sorveglianza per la durata massima di legge, con l’obbligo di soggiorno in un piccolo comune nell’hinterland spoletino, il rientro notturno e la presentazione in caserma per le firme. L’udienza a seguito della quale il tribunale di Perugia deciderà se applicare o meno il provvedimento si terrà il 18 aprile.
Questa richiesta trae origine primariamente dagli esiti dell’indagine Sibilla, per cui a settembre 2021 era stato richiesto l’arresto in carcere, con le accuse di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico” (art. 270 bis c. p.) e di “istigazione a delinquere” (art. 414 c. p.) aggravata dalla finalità terroristica, per sette compagni e una compagna anarchici (tra cui lo stesso compagno per cui oggi viene fatta richiesta di sorveglianza speciale, e per Alfredo Cospito, in sciopero della fame ad oltranza dal 20 ottobre contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo). Nel novembre dello stesso anno sei compagni erano destinatari di altrettante misure cautelari per la sola accusa di istigazione a delinquere, misure recentemente revocate per la seconda volta dal tribunale del riesame.
Da parecchi anni assistiamo all’utilizzo sempre più frequente della sorveglianza speciale, contro il movimento anarchico, in seguito ad indagini o operazioni repressive dagli esiti incerti o fallimentari per le forze repressive stesse. La misura della sorveglianza speciale, essendo un provvedimento integralmente incentrato sulla condotta dei compagni e sulla loro personalità (quindi slegato da qualsivoglia «accertamento di responsabilità penali» in sede processuale), risulta essere congeniale alla limitazione negli spostamenti e all’imposizione di vincoli alla socialità laddove, a seguito delle suddette indagini e operazioni repressive, non siano perdurate misure cautelari, quindi siano state revocate o non confermate dalla magistratura. Questa strategia repressiva è evidentemente frutto di linee guida aventi carattere nazionale (come accaduto, ad esempio, a seguito di indagini da parte delle procure di Genova, Bologna e Cagliari), sviluppatesi in particolar modo a seguito dell’accorpamento dell’Antiterrorismo all’Antimafia.
Riteniamo sia necessario sviluppare una riflessione e una pratica in grado di inceppare questa dinamica repressiva volta a sottomettere quanti non si rassegnano e continuano a sostenere le ragioni della lotta contro lo Stato e il capitale, imponendo loro «una condotta conforme alla legge», quindi nei fatti un ravvedimento. Negli ultimi mesi, nel contesto del movimento di solidarietà internazionale con Alfredo Cospito e con tutti i rivoluzionari prigionieri, è stato posto fortemente l’accento sulla significatività delle idee anarchiche e rivoluzionarie. Oggi, con le richieste di sorveglianza speciale, e nel contesto dell’avvitamento repressivo in corso in Italia da anni, queste stesse idee si trovano ad essere ancora una volta sotto attacco. Da parte nostra, continueremo a perseverare nelle nostre convinzioni, al di là di ogni intimidazione, di ogni tribunale, di ogni operazione repressiva.
Sempre il 18 aprile si terrà a Roma un’udienza presso la corte costituzionale, chiamata ad esprimersi sulla legittimità giuridica nel concedere o meno le attenuanti in relazione alla condanna per “strage allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato” (art. 285 c. p., reato che come pena base prevede unicamente l’ergastolo), decretata dalla cassazione contro i compagni Alfredo Cospito e Anna Beniamino, nell’ambito del processo Scripta Manent. Lo stesso giorno, in occasione dell’udienza per la sorveglianza speciale, saremo davanti al tribunale di Perugia – la cui procura, con l’indagine Sibilla, ha fornito un contributo non indifferente alla genesi del provvedimento di 41 bis nei confronti di Alfredo – per solidarizzare con il compagno per cui è stata richiesta la sorveglianza e per esprimere ancora una volta la solidarietà con tutti i compagni prigionieri.
PRESENZA SOLIDALE CONTRO LA SORVEGLIANZA SPECIALE: MARTEDÌ 18 APRILE, ORE 11:00, DAVANTI AL TRIBUNALE DI PERUGIA, EX PALAZZINA ENEL, IN VIA XIV SETTEMBRE 86.
SOLIDARIETÀ CON TUTTI I PRIGIONIERI ANARCHICI, COMUNISTI E RIVOLUZIONARI